GIOVEDÌ 9 GIUGNO 1927. Anche il quotidiano “L’Impero” in edicola oggi riporta la notizia della fondazione della Associazione Sportiva Roma, riproponendo di fatto l’articolo del “Messaggero” del giorno prima. “La Gazzetta dello Sport” invece, nell’edizione nazionale, entra maggiormente nel dettaglio del club giallorosso (nella foto in alto una formazione del novembre 1927): «Il nuovo club assume la denominazione di “Associazione Sportiva Roma”, veste i colori giallorosso, con sul petto il fascio littorio e la lupa romana in campo verde. […] L’AS Roma potrà contare sui seguenti elementi: Portieri: Rapetti, Ballante, Vittori e Ricci; terzini: De Micheli, Corbjons, Bianchi, Mattei e Nebbia; halves: Rovida, Degni, Ferraris IV, Scocco, Zamporlini, Sansoni III, Fosso, Delle Fratte, Caimmi; forward: Bramante, Cappa, Ziroli, Chini, Maddaluno, Canestrelli, Jacoponi, Galluzzi, Sbrana».
ANNUNCIATI UN PAIO DI NUOVI ACQUISTI
«Si parla poi, naturalmente, di acquisti – continua la “rosea” – che per adesso si riducono a due eccellenti forwards settentrionali, entrambi di divisione nazionale; non possiamo farne i nomi per evidenti ragioni di opportunità. La squadra, che sarà affidata ad un trainer di provato valore, avrà così un’efficienza sicura ed una larga “rosa” di riserve. Il nuovo sodalizio non si interesserà però unicamente di football: avrà due ricche sezioni di atletica e di ciclismo che erediterà dalla Fortitudo e che rimarranno – sembra – affidate agli attuali direttori sportivi: geom. Amerigo De Bernardinis per l’atletica, e signor Giuseppe Stinchelli per il ciclismo».
IL RACCONTO DELLA ROTTURA CON LA LAZIO
Il quotidiano romano “Il Tevere” in edicola oggi racconta alcuni retroscena sul mancato accordo con la Lazio, con una visione “filo-biancoceleste”: «C’erano trattative molto serie per la fusione Lazio-Fortitudo e non era stata precisamente la società azzurra (la Lazio, n.d.r.) a promuoverle: i dirigenti laziali, anzi, erano già in gran da fare per trovare giuocatori e allestire una squadra che avesse potuto sostenere onorevolmente le difficoltà asprissime della Divisione Nazionale. Con l’inizio delle trattative cessò automaticamente la ricerca di giuocatori e ciò perché la Società con cui gli azzurri avrebbero dovuto fondersi, di buoni elementi ne avrebbero portati parecchi».
«Sembrava che la fusione fosse certa e tutti ne erano lieti – prosegue il quotidiano romano – Bitetti tornò dal nord a Roma; molti uomini già ingaggiati vennero posti in libertà. Lunedì sera doveva esserci la riunione definitiva alla quale intervennero rappresentanti dell’una e dell’altra società. Avvenne però che i fiduciari della Fortitudo esposero il “deficit” della loro società in una somma assai superiore a quella prima denunciata. I dirigenti azzurri ne rimasero sorpresi ma volevano tuttavia discutere; i dirigenti rossoblù dichiararono che la cosa era perfettamente inutile. Poco dopo era ufficialmente annunciata la fusione Alba-Fortitudo-Roman».
ITALO FOSCHI PREPARA LA REPLICA
A Italo Foschi inizialmente sfugge l’articolo “filo-laziale” de “Il Tevere”, ma qualcuno intorno a lui glielo fa notare. Il presidente della neonata A.S. Roma però non può replicare immediatamente alla versione parziale del giornale perché in viaggio per Bologna, dove è in calendario un importante direttorio federale per l’organizzazione della nuova stagione calcistica. Così si limita a inviare una breve nota, che sarà pubblicata dal “Tevere” del giorno successivo, 10 giugno 1927: «Non ho il tempo materiale di rispondere oggi – scrive Foschi – ma al mio ritorno in Roma che avverrà domenica prossima, mi riservo di esporre le ragioni per le quali le trattative con la Lazio sono state troncate e si è invece costituita la nuova “Associazione Sportiva Roma” in seguito alla fusione delle tre società Alba, Fortitudo e Roman».