MARTEDÌ 28 GIUGNO 1927. Vigilia dell’attesa partita tra Fortitudo (nella foto qui sopra una formazione del 1926-27) e Casale, che vale il primo posto nel girone B della Coppa Coni e il conseguente accesso alla finale del torneo. «Il Casale è quella stessa squadra che nelle due discese a Roma seppe riportare due convincenti vittorie sul team albino allora in piena efficienza – scrive “Il Messaggero” nella presentazione dell’incontro, in programma il giorno successivo alle 16.30 allo Stadio Nazionale (ubicato dove sorge l’attuale Stadio Flaminio) – la compagine del nazionale Caligaris, l’uomo per il quale gli elogi non sono mai troppi, ha terminato il campionato onorevolmente e ancora meglio ha iniziato la Coppa Coni, tanto da trovarsi oggi nella possibilità di conquistare la vittoria finale».
I nerostellati sono reduci da un buon quarto posto in campionato, nel girone A della Divisione Nazionale, dietro a Juventus, Inter e Genoa: «È la razza piemontese che si batte – continua il quotidiano di via del Tritone – e quando questi giovanottoni ben piantati rispondono ai nomi del divo Caligaris, di Migliavacca, di Volta, per citare i più noti, la battaglia è certamente viva. Saprà la Fortitudo resistere ed imporsi a una squadra che per tenacia e per volontà non la cede a nessuno? È questo l’attraente e tormentoso dilemma che fa di questa partita un avvenimento senza precedenti».
«L’undici del commendator Foschi – conclude “Il Messaggero” – parte favorito e avrà per sé l’applauso e l’incitamento di tutta la massa degli appassionati che vedono nelle affermazioni fortitudine la riscossa e la rivalutazione del calcio romano. La battaglia sarà indubbiamente aspra e senza tregua, ma se gli atleti di mister King troveranno, come hanno sempre trovato nelle loro battaglie, l’ardore e la volontà più sconfinate, la vittoria non potrà sfuggire ad essi».